30 anni CVS

Roberta, volontaria Ridere per vivere - Clown dottori e volontari del sorriso

una donna clown in visita all\'ospedale

Nelle giornate in corsia come clown dottore, ci sono quei momenti che ti toccano più di altri. E che ti porti a casa, nel cuore, nella tristezza, nella gioia. Magari per empatia, per il tuo vissuto, per esperienze personali. Ma ti lasciano un segno.

 

Pomeriggio allo IOSI (Istituto Oncologico della Svizzera Italiana) di Bellinzona. Io e Piuma, mia compagna clown, siamo in corridoio. Vediamo camminare una signora di circa sessant’anni con il classico camice da “paziente”, scortata da alcuni uomini dell’ambulanza.

 

Si dirigono verso una stanza. Sarà la sua nuova stanza. Noi ancora non informate della situazione, entriamo per salutare la signora. La risposta è “No…non è giornata!”

L’energia ovvio è cambiata, regnava silenzio. Eravamo pronte ad abbandonare “il campo”… ma io ho pensato che una porticina potevamo provare a tenerla aperta. Ho chiesto “Vuole dirci… perché non è giornata?”. “Ho appena saputo di essere malata… di avere un tumore…”

 

Eh… altro che “non essere giornata”! Lì immediatamente scatta l’empatia… se io fossi al suo posto…? E mi si presentassero due vestiti da clown… Di nuovo silenzio.

 

Io e Piuma a quel punto ci siamo raccolte vicino a lei, aperte al puro e tenero ascolto, abbassando per un attimo i nostri obiettivi di clown…nel massimo rispetto della situazione.

 

Dopo il racconto della signora, si sono scatenati abbracci e baci, che lei con tenerezza ha accettato. Qualcosa è cambiato. Che bello. Stavamo per andarcene quando lei ci tiene a rimarcare che aspetta il medico, ma che non sa nemmeno chi possa essere. 

 

Io improvviso un “Mmmm… allora senta, se il medico è un bel ragazzo per favore ci chiami… io sto cercando un fidanzato…” La signora scoppia a ridere

 

Roberta, volontaria Ridere per vivere

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