Entriamo nel reparto io Svanmpita e Dottor Contino attraversando il corridoio quasi in punta di piedi sbirciando nelle camere…forse vista l’ora pomeridiana tutti dormono.

 

Poi un viso sorridente e conosciuto ci accoglie dietro il banco, chiediamo le prime info e dopo esserci cambiati e truccati iniziamo il nostro giro!

 

Le porte spalancate ci permettono di bussare ed entrare dove si intravede un po’ di movimento, ci presentiamo spiegando chi siamo e gli sguardi si accendono incuriositi dal nostro abbigliamento e dei nostri nomi, presento Contino come discendente di un casato di nobili decaduti e impoverito e lui si pavoneggia tra sfilate, inchini e moine.

 

Quando poi lo invito a sfoggiare le sue conoscenze linguistiche secondo la provenienza dei pazienti, si diletta a parlare in svizerduch ( switzerduch) o in dialett ticines, scopro che conosce sentieri e valli molto più di me, per fortuna una buona parte di pazienti hanno inflessioni del sud e quindi tra chiacchere e storie di vita tenendoci per mano tutto il tempo distribuiamo filastrocche buffe per far passare il male, una carezza sulla schiena indolenzita.

 

Una visita con l’imbuto al posto dello stetoscopio per aspirare i pensieri negativi, distribuiamo infusioni di coraggio e felicità e il tempo vola e vorresti stare ancora un po’.

 

Martino, volontario Ridere per Vivere