Ecco il tasto esatto, mi dico: ora suono. “Buongiorno! Sono qui per il colloquio di orientamento con il signor Vinicio (coordinatore dei volontari) per fare volontariato”. Inizia con queste parole la mia avventura con la esperienza del volontariato. Consultando il sito avevo già stabilito che avrei chiesto di operare nell’ambito del servizio di sostegno amministrativo, che avrei seguito diligentemente il corso di preparazione offerto dalla Fondazione e sarebbe stata la volta buona in cui avrei cominciato a essere precisa, puntuale e ordinata grazie a un compito di attenzione che avrei offerto a una altra persona.
Ciò che mi aveva spinta a propormi come volontaria è stato il mio grande bisogno di prendermi tempo solo per me. Anche attraverso l’incontro con altre persone che avrebbero richiesto la mia competenza. Un tempo da ritagliare tra un impegno famigliare e la mia grande passione: la corsa, sfruttando così intensamente il privilegio di essermi presa un lungo congedo dal lavoro.
Invece alla fine del colloquio la mia avventura aveva già preso una altra direzione: Vinicio con la sua grande tenerezza e chiarezza mi ha invitato a incontrare persone al loro domicilio e ad ascoltare il loro bisogno. Ricordo benissimo la grande emozione vissuta quando Vinicio mi ha proposto di fare telefonate il giorno di Natale per trasmettere un sereno augurio da parte della Fondazione: una delle più belle mattine di Natale che abbia vissuto! Durante quella mattina le conversazioni mi hanno trasmesso l’attenzione per la cura all’altro. Proprio a me, che credevo di essere la persona estremamente diplomatica e sufficientemente attenta agli altri. Mi sono sentita coccolata, accolta, valorizzata!
Il volontariato per me è la possibilità di una avventura in cui nulla è dato per scontato. E soprattutto l’esito di tutti i miei slanci verso gli altri è una esplosione di gratitudine e di novità che il mio cuore e la mia testa non prevedevano affatto. Questa consapevolezza si arricchisce ad ogni visita alla signora B., con cui ho iniziato un anno fa un servizio settimanale abbastanza regolare. Mi ha raccontato la sua storia, mi ha portato in posti bellissimi per poter camminare nella natura e mi ha arricchito con la sua attesa per la mia visita.
Ma ci pensate: una persona è felice e io sono felice perché siamo in attesa reciproca! Fuori da ogni schema, abbracciando i miei frequentissimi ritardi (B. è una donna che svolgeva una professione nella sfera della Direzione in un importante banca), e le mie ripetute distrazioni! Mi parla di molti libri che ha letto, stimolando la mia curiosità. Ho libertà nell’esprimere il mio punto di vista sulle questioni personali e sociali che mi pone.
E lei mi aspetta e io imparo da lei uno stile femminile che nessuno mi ha mai insegnato! Grazie B., Grazie Pro Senectute.